STORIA DI ACILIA

Il territorio di Acilia era abitato fin dalla preistoria e ospitava l’insediamento latino di Ficana, strategicamente situato sul Monte Cugno per controllare i traffici fluviali. 

Roma distrusse Ficana, secondo la tradizione, durante il regno di Anco Marzio. 

Il nome “Acilia” deriva dalla famiglia romana degli Acilii Glabrones, proprietari di una villa locale. 

Scavi archeologici lungo la via Ostiense hanno portato alla luce uno scalo romano. 

La zona fu attraversata da figure storiche come Cleopatra VII, Nerone Giulio Cesare e Paolo di Tarso.

 Nel 1950, fu scoperto il “Sarcofago di Acilia” durante lavori agricoli.

Nel Medioevo, l’area di Acilia si trasformò in un paesaggio di rovine e paludi, con le saline di Ostia come unica fonte di ricchezza, attirando briganti, come ricordano toponimi locali. 

Nel 1913 Acilia fu inclusa nel piano di colonizzazione dell’Agro Romano e, durante la Prima Guerra Mondiale, servì come deposito militare e luogo di lavoro per prigionieri austriaci.

Nel 1919, la bonifica delle paludi portò alla creazione del Borgo Acilio, grazie al progetto “Roma Marittima” di Paolo Orlando.

Nel 1928 fu inaugurata la Roma-Ostia, seconda autostrada del mondo, che attraversava Acilia insieme alla ferrovia Roma-Ostia e alla via Ostiense. 

Nel 1939, il governo fascista progettò e costruì, su iniziativa della principessa Iolanda di Savoia, abitazioni economiche per famiglie numerose, le “Casette Pater”. 

Realizzate in materiale economico chiamato “Populit”, erano prefabbricati bifamiliari con giardini, progettati per essere temporanei ma ancora esistenti.

L’inaugurazione ufficiale di Acilia si tenne il 21 aprile 1940 con la presenza di Mussolini. 

Durante la guerra, gli abitanti furono evacuati e le case occupate da sfollati. 

Nel dopoguerra, molte famiglie tornarono e fu creato il “Villaggio Giuliano” per i profughi giuliano-dalmati.

Oggi Acilia è un quartiere con edilizia popolare e residenziale, un polo industriale, due stazioni della linea Roma-Lido e una biblioteca comunale dedicata a Sandro Onofri.

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