Ostia, fondata intorno al 630 a.C. durante il regno di Anco Marzio, è una delle città più antiche della storia romana, con origini che rimangono incerte. Alcuni storici attribuiscono la sua fondazione a Numa Pompilio, mentre altri la datano a seguito delle vittorie romane sugli Etruschi. La sua posizione strategica, vicino alla foce del fiume Tevere, ne fece un importante porto commerciale e marittimo per Roma, diventando un nodo vitale per le comunicazioni e il commercio con il Mediterraneo.
Ostia subì un saccheggio durante la guerra civile tra Mario e Silla, ma fu ricostruita e divenne una delle città più sviluppate del Lazio pre-imperiale. In epoca augustea, il suo ruolo si consolidò con la costruzione di importanti edifici pubblici, come il teatro e il foro, che testimoniano l’importanza della città. Nel 46 d.C., l’imperatore Claudio realizzò un nuovo porto sul Tevere, che però fu gradualmente sostituito dal porto di Traiano, completato nel 112 d.C., il cui sistema di canali permise una maggiore efficienza nelle operazioni marittime.
Sotto l’Impero Romano, Ostia divenne una città autonoma, con una popolazione che cresceva grazie alla sua funzione di porto e centro commerciale. Tuttavia, con il trasferimento della capitale dell’Impero a Costantinopoli nel IV secolo, Ostia iniziò a declinare. Il porto di Traiano, soggetto a insabbiamento, divenne inutilizzabile e la città perse la sua centralità.
Nel Medioevo, Ostia subì ulteriori danni a causa delle incursioni barbariche e dell’abbandono progressivo. Nel XIX secolo, il territorio di Ostia era caratterizzato da saline e paludi malariche, che ne ostacolavano lo sviluppo.
Con l’annessione di Roma al Regno d’Italia nel 1870, la bonifica delle terre intorno alla capitale divenne una priorità. Nel 1884, 420 braccianti provenienti dalla Romagna, guidati da Federico Bazzini, iniziarono i lavori di bonifica dell’Agro Romano, trasformando la palude in terreni agricoli. L’opera di bonifica si rivelò un successo e contribuì a dare nuova vita alla regione, anche se i lavori richiesero più tempo del previsto.
Nel XX secolo, Ostia si trasformò in una zona residenziale e turistica, divenendo la “spiaggia di Roma”. Durante il regime fascista, furono avviati importanti lavori di urbanizzazione, come la costruzione della ferrovia Roma-Lido e della via del Mare, che migliorarono i collegamenti con la capitale. Tuttavia, la Seconda Guerra Mondiale causò danni significativi alla città, con bombardamenti e la distruzione di molti edifici.
Le prime case costruite ad Ostia erano destinate principalmente a ceti abbienti che cercavano una residenza estiva vicino al mare.
Tra gli anni 10 e 20 del 900, il quartiere si espanse rapidamente con la realizzazione di villette e piccoli edifici residenziali.
Il piano urbanistico era improntato su un modello razionalista, che prevedeva una separazione tra la zona costiera dove sorsero i villini e quella interna destinata ad una residenza per le classi lavoratrici.
Ostia si riprese lentamente, espandendosi verso ponente negli anni ’60 e ’70, con la costruzione di abitazioni e nuovi quartieri. Oggi, Ostia è una località balneare e un importante quartiere residenziale di Roma, con una ricca storia che continua a riflettersi nei suoi resti archeologici e nel suo ruolo nella vita cittadina.